Nuovo Complesso Parrocchiale Santa Lucia in Enna   

progetto vincitore - IN CORSO

Dettagli del progetto

Gruppo di progettazione: S. Fazzi - G. Farina - R. Girasole - G.W. Libertino

Collaboratori: M.G. Fazzi   

Liturgista: Prof.ssa Cettina Militello

Artisti: R. Leone - M. Canzoneri

Specialisti: M. Vicari (Strutture) - B. Giummulè (Impianti)

Luogo: Enna

Anno: 2014

Committente: Diocesi di Piazza Armerina

Tipologia: Concorso di progettazione/Concorso ad invito

Immagini: © Sebastiano Fazzi Atelier di Architettura

 
 

Info

Rapporto con l'ambiente urbano

Il quartiere Santa Lucia, dove è situata l’area di intervento, è caratterizzato da un disordinato tessuto edilizio privo di un significativo ordinamento urbano.

Le differenti quote su cui si attestano gli edifici e il forte pendio che caratterizza l’area accrescono la difficoltà dei collegamenti e configurano il quartiere come un insieme di recinti non comunicanti fra loro. Per questo la mobilità all'interno del quartiere è quasi totalmente legata all'uso dell'auto.

La zona è prevalentemente residenziale ad eccezione della parte più a sud, verso Caltanissetta, che è formata da edifici per attività artigianali, centri commerciali e supermercati. È da sottolineare inoltre la prossimità degli edifici che ospitano l’Università Kore e di una grande area che il comune di Enna intende destinare a Parco Urbano, situati ad est.

L’impianto di progetto assume quale limite e orientamento via dell’Unità d’Italia (strada statale 117 bis), l’asse stradale che attraversa il quartiere da nord a sud e che segna il margine esterno dell’area di intervento. Chi percorre quest’asse in direzione sud-nord trova in alto di fronte a se, quale punto di riferimento, l’immagine dell’imponente fortificazione federiciana. Distaccandosi da questo limite, per fatti normativi (11 m dal ciglio stradale) e per esigenze funzionali (l’alta percorrenza carrabile della statale), il centro parrocchiale s’imposta su una forma perimetrale a c sulla quale s’innesta l’eccezione rappresentata dall’ellisse dell’aula. Si forma così uno spazio interno destinato al sagrato su cui si apre il grande accesso all’aula e su cui prospettano e hanno accesso anche gli altri edifici che compongono il centro parrocchiale. La definizione del limite, che segue la forma irregolare dell’area di progetto, permette di individuare differenti soglie e attraversamenti. I volumi, infatti, si aprono in punti strategici, permettendo, oltre all’accesso principale dal sagrato, il raggiungimento dell’area della chiesa da tre punti fondamentali che garantisco la fruizione ed il collegamento privo di barriere architettoniche dell’area, creando così un efficace innesto con la maglia urbana esistente e potenziando alcune direzioni pedonali al momento soltanto accennate. Lo sviluppo, apparentemente senza regole, del quartiere fa si che non sia presente un centro riconoscibile ne una orditura viaria ben chiara. L’impianto del centro parrocchiale mira a determinare uno spazio di aggregazione a misura d’uomo, facilmente raggiungibile e con una ben definita identità.

Riconoscibilità dell'edificio sacro

Il segno architettonico che si rapporta con la scala urbana e territoriale è l’alto volume ellittico dell’aula, inciso e scavato dal grande portale d’accesso, percepibile da viale dell’Unità d’Italia, accompagnato dall’elemento svettante del campanile. Entrambi sono legati dal più basso basamento formato dai volumi che accolgono il salone parrocchiale e i locali della sagrestia.

Questi fanno da filtro fra il caos dell’asse stradale e lo spazio più riservato del sagrato. L’intersezione fra il basso basamento e l’ellisse mette in evidenza la zona absidale, elemento esterno che si rivela con elementare chiarezza di forme a chi percorre la via dell’Unità d’Italia.

La volontà di realizzare l’edificio interamente monomaterico e monocromatico, tranne alcuni inserti di acciaio corten che sottolineano gli accessi, ha come fine il raggiungimento di una chiara riconoscibilità formale e materica. 

All’eccezione formale dell’ellisse, alla sua piena ed essenziale matericità, alla sue linee semplici e regolari è affidata non solo la riconoscibilità della chiesa ma anche l’obiettivo di indicarne la presenza nel territorio e di dare origine ad una condizione qualificante sul piano urbano.